ll sistema scolastico Integrato. Perché non facciamo parlare il costo standard? Incontro alla Camera dei Deputati

di Giuseppe Di Palo
ROMA. “Il sistema scolastico Integrato. Perché non facciamo parlare il costo standard?”. E’ il titolo dell’incontro di carattere nazionale svoltosi lo scorso martedì a Roma presso la Camera dei Deputati e voluto fortemente dall’onorevole Elena Centemero, membro della I Commissione Affari Costituzionali e della VII Commissione Cultura, al fine di discutere sulla questione sempre più al centro del dibattito dell’opinione pubblica: Scuola Pubblica Statale e Scuola Pubblica Paritaria. Quali differenze? Quali costi? Ricco il tavolo dei relatori che hanno animato con le proprie dissertazioni l’ampio convegno che ha coinvolto l’intera giornata.

“L’incontro odierno – spiega l’onorevole Centemero – vuole essere un momento di riflessione sul valore di educazione e, soprattutto, sulla responsabilità dell’educare che coinvolge non solo genitori o istituti religiosi, solo per citare qualche realtà del panorama educativo, ma che deve essere condivisa ed applicata da tutte le istituzioni e dalla stessa società, in ogni sua componente. Quella che viene ribadita è la libertà di scelta educativa, il diritto di libertà di scelta educativa, sia esso implementato in una scuola pubblica o privata/paritaria gettando uno sguardo anche agli aspetti meramente economici e mettendoli a confronto. Un acceso dibattito, relativo proprio all’accostamento-opposizione tra scuola pubblica e paritaria, spacca letteralmente l’opinione pubblica non solo per motivi meramente politici ma anche per la diffusa credenza popolare che vede gli istituti pubblici come liberi e quelli paritari come scuole per ricchi. Scuola pubblica statale e paritaria vivono le stesse condizioni che soddisfano gli stessi bisogni. Il punto discriminante è la qualità dell’offerta formativa. L’opinione pubblica ed alcune forze politiche sono esclusivamente interessate al solo finanziamento della scuola statale. Ecco che allora si crea uno scontro ideologico fondato su meri presupposti economici, che vedrebbero la scuola paritaria “sottrarre” fondi a quella pubblica. Ma non è affatto così”.
Al centro dell’incontro, oltre agli aspetti economici che vedono la scuola statale ottenere maggiori fondi rispetto a quella paritaria e, al contempo, a sostenere una spesa per alunno di gran lunga superiori ai costi che questi alunni avrebbero all’interno di un Istituto Paritario, è anche il tema della Libertà e della Responsabilità Educativa.

Tra i tanti corposi ed interessanti interventi è sa segnalare quello del Presidente Fidae Lombardia nonché Legale Rappresentante dell’Ente Istituto Marcelline, Suor Anna Monia Alfieri: “Noi possiamo trovare una qualsiasi soluzione alla questione, ma mi dichiaro essere stanca di una perenne situazione di ‘pronto soccorso’ poiché la natura delle scuole in tal modo si snatura, viene completamente annullata. Di soluzioni al tema di cui oggi parliamo ne arrivano tante, ma cosa fare nel concreto? Basterebbe rivendicare quello che è un proprio diritto. E perché in Italia la parità non è ancora giunta? Perché la famiglia non ha il diritto di liberare la responsabilità educativa e, di conseguenza, la possibilità di esercitarla? Ecco che occorre lottare, lottare per un diritto che ancora non ci appartiene. Imparare a lottare per rivendicare dei diritti insegna ad essere liberi. Se ciò non avviene, tutte le soluzioni del mondo a questo problema non serviranno. Se il problema non si risolve a monte, quindi proprio a partire dallo scuotere le coscienze e le volontà dei singoli cittadini/genitori, ogni sforzo risulterà vano. Ciò che serve non sono soluzioni posticce che magari puntano ad accontentare il richiedente offrendogli un contributo (spesso magro e misero come si è potuto ben capire dalle illustrazioni grafiche presentate dai diversi relatori. ndr), ma un processo culturale serio che vada ad operare a monte, andando a colmare un gap fin troppo presente nelle menti di molti su cosa sia la scuola pubblica statale e cosa sia la scuola paritaria”.

Non è mancata una rappresentanza dal Meridione, precisamente di Giuseppe Ciandra della Scuola Primaria Bilingue di Benevento, presente all’iniziativa in qualità di spettatore: “Ringrazio l’Onorevole Centemero per aver organizzato questo seminario – ha detto Ciandra prendendo la parola – perché mi ha dato modo di capire la bontà del lavoro che si sta svolgendo a favore della scuola paritaria pensando che questo tipo di occupazione favorisca la scuola in generale. O si difendono tutti i tipi di scuola o il risultato che si vedrà sarà quello di un declino economico e culturale in questo Paese. Noto però una contraddizione tra l’aspetto teorico e quello pratico, soprattutto da parte del Ministero. Le scuole paritarie vengono escluse da ogni cosa che dia la possibilità di accedere a dei vantaggi goduti fin ora solo dalla scuola statale: siamo esclusi dai fondi europei, i nostri studenti disabili ottengono l’insegnante di sostegno solo se si fa ricorso al Tar… C’è una grande differenza tra quanto denaro si consuma per la scuola statale e le piccolissime risorse che vengono date alle scuole paritarie, un rapporto di 1/10, e ciononostante questi fondi non vengono neanche erogati. Ancora oggi la scuola che rappresento non riceve il saldo dell’anno scolastico 2012/2013 e niente si è visto per l’anno scolastico in corso. Tutto ciò fa si che la nostra tipologia di scuola sia a rischio di estinzione: se i nostri istituti chiudono, vuol dire che a chiudere sono le scuole di qualità, definite così per le ricche attività che propongono. Senza qualità le nostre scuole non avrebbero il senso di esistere. La cultura non si misura in termini economici. Ma io credo che l’esistenza delle scuole paritarie faccia bene a quelle statali perché rappresenta uno stimolo. E’ dal confronto tra esperienze diverse che nasce una maggiore qualità. Se non si interviene con urgenza ci troveremo a vivere difficoltà ben più grandi di quelle che stiamo già vivendo adesso”.